Solo un giorno fa vi abbiamo annunciato con grande dolore la morte (ennesima) di una delle più grandi voci che la musica pop abbia mai avuto, quella di Whitney Houston. Un copione che sembra ripetersi con una cadenza regolare: un artista di grande talento, una camera d’albergo e la solitudine.
Questi tre elementi sono in primo piano sulla morte dell’artista, trovata senza vita lo scorso venerdì, nella vasca della sua stanza d’hotel a Beverly Hills.
Sebbene la privacy della cantante sia stata messa in primo piano, cercando di nascondere tutti i macabri particolari sulla sua scomparsa, molte sono le voci che si rincorrono sui vari siti specializzati.
Il primo a riferire notizie sull’accaduto è Tmz.com, che alza i primi dubbi su un abuso di farmaci da parte della Houston, sebbene il primo sospetto fosse stato quello dell’annegamento.
Ma pare che, secondo i primi risultati dell’autopsia, nei polmoni della cantante non vi fosse acqua: Whitney sarebbe morta a causa di un cocktail fatale di farmaci.
La Houston si sarebbe dovuta esibire la sera stessa al famoso party pre-Grammy organizzato dall’amico produttore Clive Davis, e – a detta del suo staff – la cantante era di ottimo umore.
Intanto la polizia sta effettuando tutti gli accertamenti del caso, per stabilire cosa sia effettivamente successo in quella camera del Beverly Hilton Hotel, quella dannata sera di venerdì 11.
Attorno alla vicenda, comunque, su richiesta delle autorità, si cela il massimo riserbo, in attesa che vengano chiarite tutte le circostanze.