Paul McCartney riporta la magia dei Beatles sul palco dell’Arena di Verona
Ieri sera nella splendida cornice dell'Arena di Verona, si è tenuta l'attesissima data italiana dell'Out There Tour' di Sir Paul McCartney.
VERONA – Il commento più immediato che si può fare dopo aver assistito al concerto di Paul McCartney è: questa sera abbiamo visto lo show che i Beatles non hanno mai fatto e tutti quanti avrebbero voluto vedere. Se non è così poco ci manca, perché nelle due ore e mezza abbondanti di show, sir Paul ha mescolato le carte, inserendo, come giusto che fosse, anche brani del suo repertorio personale e quello dei Wings.
Per raccontarvi di questo happening musicale, partiamo dalla location (l’Arena) che ha dato un valore aggiunto ad una serata memorabile. Siamo d’accordo l’anfiteatro non è nato per ospitare concerti rock, ma prima o poi, un artista che si rispetti, la sceglie per esibirsi. McCartney non si è voluto sottrarre a questa regola e, nonostante i prezzi fossero tutt’altro che popolari, anche il più recondito angolo degli spalti era occupato da un pubblico sognante.
La scaletta proposta prevedeva 38 pezzi, che Paul ha presentato praticamente senza soluzione di continuità, senza nemmeno sorseggiare un bicchiere d’acqua. Le uniche pause sono arrivate prima dei due bis. Viaggiando sulla strada per Verona, in radio, qualche saccente ironizzava sulla scarsa tenuta fisica dell’artista e della sua voce, ma vi possiamo garantire che sono pochi i settantenni in grado di garantire una performance di questo livello, senza scadimenti vocali e senza cedimenti fisici.
Di momenti da ricordare ce ne sono tanti, tantissimi, a partire dal lungo cont-down che ha scandito l’attesa del concerto, condita di immagini della storia del cantante, dalla sua infanzia, fino ai giorni d’oggi, passando ovviamente per la fortunata e lunga parentesi con i Beatles. Ai suoi ex partner John Lennon e George Harrison ha dedicato rispettivamente ‘Here today’ e ‘Something’. Il primo brano l’ha proposto salendo su una piattaforma che simulava una grande cascata. L’altro pezzo invece, è iniziato con le note dell’ukulele, uno degli strumenti prediletti da George.
Altre dediche sono state riservate alla prima moglie Linda (‘Maybe i’m amazed’) e all’attuale compagna Nancy (‘My Valentine‘).Bella infine, la carrellata di mamme e donne celebri proiettata sullo sfondo di ‘Your mother should know’ e ‘Lady Madonna’, con uno spazio particolare riservato a Lady Diana.
Lasciati da parte i momenti commuoventi e sentimentali, c’è da sottolineare la verve e la simpatia di McCartney che ha interagito meravigliosamente con il pubblico, sforzandosi di parlare in italiano, sventolando il tricolore, intonando un ‘Volare’ e ‘Figaro’. Ogni sua mossa l’ha fatta nell’ottica di imbonire gli spettatori, che in verità hanno fatto davvero poca fatica a godere dello show. Difficile trovare un momento di ‘stanca’ o un brano che non sia stato cantato anche dalla platea. Insomma un happening, così come abbiamo accennato, che non ha deluso nessuno e che tutti vorrebbero rivedere, se solo fosse prevista una replica.