La Recensione di ‘Sonic Highways’ – Foo Fighters
Oggi, 10 Novembre 2014, esce l'attesissimo 'Sonic Highways', il disco del ritorno dei Foo Fighters: ecco cosa ne pensiamo, canzone per canzone.
Uscita: 10 Novembre 2014
Etichetta: RCA / Sony Music
Singoli: ‘Something From Nothing’
Premetto, e mi sembra d’obbligo dirlo, che sono fan del Foo Fighters da diverso tempo e che ho seguito l’uscita di questo disco passo passo, canzone per canzone, puntata dopo puntata (n.d.r. della serie HBO ‘Sonic Highways’). Ma, nonostante questo, cercherò di essere il più obiettiva possible. ‘Sonic Highways’ è uscito oggi, ma la band ha voluto darne in pasto poco a poco, rivelando una traccia ogni settimana, per quattro settimane. Metà dell’album era praticamente già svelato ed il resto è arrivato questo week-end, per coloro che hanno avuto occasione di ascoltarlo in streaming. Gli altri, hanno atteso con ansia oggi, giorno dell’uscita ufficiale.
‘Sonic Highways‘ non è solo un album, ma un tributo della band alla musica americana, che da sempre ha influenzato la loro crescita artistica. Un progetto ambizioso, impegnativo e colossale: ogni singola canzone del disco è legata ad una città americana, ad uno studio di registrazione in particolare, e per ognuna di essa i Foo Fighters hanno voluto condividere con il pubblico il significato intriso nel pezzo, per meglio capire il fine di tutto questo.
Perchè è vero, questo ‘Sonic Highways’ non è come gli altri album. Musicalmente è sicuramente meno diretto, commerciale delle precedenti produzioni della band ed ha già fatto storcere il naso a non pochi. Ma probabilmente le vendite non sono un problema che la band si è posta. Questo album appare più come una evoluzione naturale di un processo, che dopo ‘Sound City‘ è proseguito sulle strade d’America.
A dominare la tracklist, a mio modesto parere, sono ‘Something From Nothing‘, primo singolo estratto, che è un vero tripudio di suoni – un pezzo strutturato, che parte lento per poi esplodere nel finale – sicuramente meno diretta rispetto a ciò a cui ci hanno abituati in passato, ma che (e questo si sente) è frutto di un duro lavoro in studio. Non colpisce dal primo ascolto, è vero, ma la si apprezza ascoltata più e più volte. Altro capolavoro è ‘Outside‘, la traccia numero 5, perfetto connubio di tutto ciò che rappresenta la città di Los Angeles ed i Foo Fighters: chitarre graffianti e ritmo incalzante.
‘The Feast And The Famine’ è senza dubbio, il pezzo più istintivo del disco, dalla grande carica adrenalinica che più si ricollega ai precedenti lavori ed in cui l’impronta della band è palese. Trascinante è anche ‘Congregation‘, un pezzo che avrei visto bene nella tracklist di ‘There Is Nothing Left to Lose’. Dal sapore 70s è ‘What Did I Do/God As My Withness‘, un pezzo dalla matrice rock’n roll che ha un retrogusto di ballata.
C’è poi ‘In The Clear’, un pezzo inserito appositamente in questo punto – sembra – per accompagnare nella seconda parte dell’album. La carica non manca, ma i toni sembrano “addolcirsi”, grazie alla voce, che in questo pezzo resta sempre in primo piano, ed ai fiati. Questa prepara il terreno per ‘Subterranean’, canzone più intimista dell’album, non a caso dedicata a Seattle, città a cui il frontman Dave Grohl è molto legato. In realtà, ammetto, che l’aspettativa era quella di sentire un pezzo grunge, ma sono comunque rimasta sorpresa dalla grande carica espressiva del pezzo, sicuramente meno energico degli altri, ma che ben si inserisce nel contesto del disco. Il finale in crescendo è affidato invece ad ‘I’m A River‘, un pezzo lungo sette minuti, condito da atmosfere psichedeliche ed un ritornello altamente evocativo.
In definitiva ‘Sonic Highways’ va preso come un viaggio, un viaggio musicale attraverso il tempo e lo spazio, dai gloriosi anni ’70 fino ad oggi, percorrendo le autostrade “soniche” d’America, ed omaggiandone gli artisti che hanno contribuito a tutto questo. Se queste caratteristiche, come qualcuno accusa, hanno fatto perdere di naturalezza il sound della band, allora non ha capito nulla. ‘Sonic Highways‘ è molto di più.
E se vi mancano i vecchi Foo, riprendetevi pure i vecchi album ed ascoltatevi quelli.
Tracklist:
1. ‘Something from Nothing’ – Special Guest Rick Nielsen
2. ‘The Feast and the Famine’ – Special Guest Bad Brains
3. ‘Congregation’ – Special Guest Zac Brown
4. ‘What Did I Do? / God As My Witness’ – Special Guest Gary Clark, Jr.
5. ‘Outside’ – Special Guest Joe Walsh
6. ‘In the Clear’ – Special Guest Preservation Hall Jazz Band
7. ‘Subterranean’ – Special Guest Ben Gibbard
8. ‘I Am a River’ – Special Guest Joan Jett