Katy Perry regina del Super Bowl 2015 con Missy Elliott e Lenny Kravitz
Katy Perry ha incantato tutti con una spettacolare performance al Super Bowl 2015 con Lenny Kravitz e Missy Elliott.
Terminato lo spettacolo della durata di soli 15 minuti, l’unico aggettivo che potesse venire in mente per descrivere la performance di Katy Perry al Super Bowl di questa notte è spettacolare.
Katy Perry regina del Super Bowl 2015 con Missy Elliott e Lenny Kravitz
Spettacolare perchè spettacolari sono state le scenografie (imponenti e suggestive), spettacolare perchè in un solo quarto d’ora è riuscita ad unire una vasta lista di brani, vecchi e nuovi, tra i più rappresentativi della sua carriera. Spettacolare perchè non è mancato davvero nulla: due super ospiti, Lenny Kravitz e Missy Elliot, ben quattro cambi d’abito (tutti rigorosamente firmati Moschino) fatti a tempo di record ed ovviamente i fuochi d’artificio che hanno illuminato tutto lo stadio di Glendale, neanche a farlo apposta sulle note di ‘Firework’.
Katy Perry può dire di aver vinto il suo Super Bowl, grazie alla sua performance che di certo non andrà a sfigurare accanto a quelle di artisti ben più navigati, come Madonna, Beyoncè o Janet Jackson, giusto per citarne alcuni.
La bella Katy ha fatto il suo ingresso su una tigre meccanica gigante, con un vestito letteralmente “fiammante” mentre cantava il suo successo ‘Roar’. Il palco si trasforma in una scacchiera luminosa ed è il turno di ‘Dark Horse’, successivamente le atmosfere si fanno color pastello ed il salto nel passato è d’obbligo, con ‘Teenage Dream’ e ‘California Gurls’.
Un tocco di rock’n roll alla performance lo ha dato Lenny Kravitz sulle note di ‘I Kissed a Girl’, un cameo che forse è risultato troppo breve. Fa poi il suo ingresso sul palco Missy Elliott, grande sorpresa della serata, che insieme a Katy – che ha fatto l’ennesimo cambio di outfit – si è esibita sulle note dei suoi successi ‘Get Ur Freak’ e ‘Work It’. Un’altra bella dose di energia, prima del gran finale con ‘Firework’, dove la Perry ha preso letteralmente il volo su una stella cadente, mentre tutto lo stadio si illuminava a giorno grazie alla pioggia di fuochi d’artificio. Chapeau.