Intervista esclusiva con Paolo Macagnino di Amici 13: nei miei ‘Universi Paralleli’ c’è tutto me stesso
Paolo Macagnino di Amici 13 parla dell'esperienza nella scuola di Maria De Filippi, del suo nuovo album e dei progetti futuri.
Paolo Macagnino è stato uno dei protagonisti della tredicesima edizione di Amici, conclusasi con la finale della scorsa settimana. Paolo, talento della squadra Bianca di Moreno Donadoni, subito dopo l’uscita dal programma di Canale 5 si è dato da fare e ha registrato il suo album di esordio ‘Universi Paralleli’, pubblicato il 20 maggio scorso e prodotto da Ornella Vanoni che, dopo aver duettato insieme a Paolo durante il serale di Amici, dice di lui: “E’ bello. Quando si muove succede sempre qualcosa. Canta bene. Ho detto: ma come mi piace quello lì! Ci punto perché secondo me ce la fa!”
E da questa collaborazione nasce il mix di ballate e ritmo che caratterizzano ‘Universi Paralleli’ che include ‘Ti dono la vita’, brano impegnato ed ispirato alle tensioni politiche in Medio Oriente in cui Paolo duetta insieme al rapper Danny La Home, suo ex compagno ad Amici. ‘Madama Butterfly‘ è invece il singolo scelto per il primo videoclip tutto in bianco e nero e in cui Paolo, con un look più trasgressivo e audace, interpreta la canzone i cui ingredienti principali sono ironia, erotismo e seduzione.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Paolo con cui abbiamo parlato di Amici, del suo nuovo album e dei progetti futuri. Ecco cosa ci ha raccontato.
Ciao Paolo, innanzitutto grazie per la disponibilità. Una settimana fa si è conclusa la tredicesima edizione di Amici, uno dei talent più importanti in Italia di cui sei stato uno dei protagonisti quest’anno. Cosa ti ha lasciato questa esperienza televisiva?
Paolo: “Beh questa esperienza televisiva ovviamente mi ha lasciato tanti ricordi, un grande bagaglio culturale di esperienza e sicuramente un’esperienza che forma tanto. Quello che impari lì in pochi mesi al di fuori magari l’avresti imparato in anni e anni di concerti, di contatti, di incontri. Ovviamente lì è tutto un discorso molto concentrato anche da un punto di vista tempistico, quindi ti formi caratterialmente, ti formi da un punto di vista performante, lavorativo perché comunque canti dalla mattina alla sera. Quindi mi ha lasciato davvero tanto, tanta esperienza, capisci davvero il mondo della musica e impari tante nozioni dal punto di vista tecnico e davvero mi ha lasciato un grande bagaglio culturale e artistico.”
Nella tua squadra, quella Bianca, tra i compagni c’erano Deborah Iurato e i Carboidrati. Cosa ne pensi di loro? Hai qualche aneddoto da raccontarci?
P: “Di Deborah avrei tanti aneddoti da raccontarvi. Con lei ho avuto dei battibecchi soprattutto nel pomeridiano perché comunque erano sicuramente delle tappe importanti nel processo del conoscersi ed erano forse inevitabili perché tutti e due abbiamo dei caratteri molto forti, molto decisi e quindi in un certo senso anche un po’ contrastanti se vivono nello stesso ambiente per 24 ore al giorno per 3-4 mesi. È normale anche che con Deborah abbiamo avuto delle bellissime esperienze che abbiamo passato insieme, come ovviamente tutte le lezioni del serale che passavamo col maestro, le passavamo insieme. Quindi abbiamo condiviso davvero tante difficoltà, abbiamo condiviso tanti momenti emozionanti, abbiamo fatto tanti duetti e corali. Ovviamente i momenti più belli sono quelli magari quando io scherzavo con Deborah e diciamo la provocavo perché lei era in dieta, io non avevo nessun tipo di costrizione gastronomica e quindi la sfottevo, ci scherzavo un po’ su, la provocavo magari mangiando un panino proprio di fronte a lei. Va beh sono comunque veramente (ride n.d.r.) dei momenti esilaranti che mi porto dietro davvero con un grande piacere. Beh i Carboidrati sono davvero una band fantastica, dei ragazzi molto bravi. Soprattutto io ho conosciuto molto bene Pasquale visto che abbiamo condiviso una parte in casetta ed è un ragazzo fantastico, con lui davvero mi sono trovato molto bene. Lui è stato molto al mio fianco, nei momenti problematici mi ha saputo dare dei consigli, ha saputo captare in me magari quello che non andava, quindi con lui ho avuto dei momenti di amicizia molto intimi, è veramente un ragazzo fantastico, pieno di idee, pieno di voglia di lavorare, di scrivere, diciamo è un artista con la A maiuscola.”
Qual è stata l’esibizione che più ti ha soddisfatto ad Amici?
P: “L’esibizione che mi ha soddisfatto di più è stato quando ho cantato la canzone di Frank Sinatra ‘This boots are made for walking’, mi sono divertito davvero tanto. E un’altra esibizione che mi è piaciuta tanto è stata la prima del serale quando ho cantato ‘Who wants to live forever’ dei Queen. Sono state due esibizioni che mi hanno davvero dato tanto, una carica anche dopo l’esibizione per affrontare la settimana successiva piena di prove, di esami, di lezioni, di muri da scavalcare. Sono delle prove che ti danno un’energia e anche una botta di fiducia in se stessi che ovviamente lì fa tanto bene, ma soprattutto in quelle circostanze sono delle botte di vita e delle cose che fanno la differenza.”
Grazie al serale di Amici hai duettato con i grandi della musica italiana, come Ornella Vanoni e Francesco Renga. Com’è stato lavorare con questi grandissimi artisti?
P: “Beh si sicuramente duettare con Ornella Vanoni e Francesco Renga sono state delle esperienze che mi hanno veramente cambiato la vita. Due grandi della musica italiana, due grandi artisti con due carismi comunque molto differenti ma un’energia che bisognava davvero dare il massimo per cercare di stare con loro sul palco. Mi sono divertito tantissimo anche con Gigi D’Alessio e Emma Marrone e ho anche imparato qualcosa da loro. È veramente un’emozione indescrivibile. Il duetto che mi è piaciuto di più sicuramente è stato quello con Ornella Vanoni perché mi ha colpito il suo modo di interpretare, di stare sul palco e sicuramente è un duetto che mi ha dato tanto e mi ha dato emozioni. Quando sono stato sul palco, su quella pedana con Ornella ho sentito delle emozioni, dei brividi che mi scorrevano lungo la pelle che davvero in una parola: indescrivibile.”
Lo scorso 20 maggio è uscito il tuo album di esordio ‘Universi Paralleli’. Parlaci di questo progetto.
P: “Nei miei ‘Universi Paralleli’ c’è ovviamente tutto me stesso, tutta la mia voglia di emergere e di conquistare il mio posticino nel mercato musicale italiano. Nell’album ‘Universi Paralleli’ c’è la fotografia della mia “anima artistica e musicale”, cioè un’istantanea di quello che sono io oggi e di quello che intendo io fare musica oggi. Nell’album c’è anche diciamo la mia grande voglia di sperimentare nuovi sound, nuove melodie. Ovviamente queste ultime non sono canonicamente italiane ma hanno uno sguardo e un respiro esterofilo, quindi hanno da un punto di vista melodico, sinfonico delle caratteristiche che riguardano il pop non italiano ma internazionale. Quest’album è stato scritto a quattro mani con il mio storico produttore artistico Gabriele Semeraro e contiene 7 tracce, ci sono quindi 7 universi paralleli perché ogni brano di questi va ad avere una “carta d’identità” propria, singolare e diversa dalle altre carte d’identità e l’unico tratto comune di questi brani è la mia voce, il mio timbro e il mio modo di cantare che penso sia abbastanza personale. I temi sono quello dell’amore, quello del farsi coraggio durante le difficoltà che noi affrontiamo ogni giorno. Quest’ultimo tema viene molto trattato in ‘Sopra le nuvole’ che è l’ultimo brano e va a fotografare una delle mie più recenti esperienze, quella proprio di Amici, quella che ho fatto nella scuola. Poi c’è il tema del cambiamento come quello che viene presentato nel primo brano ‘Universi Paralleli’ dove io vado ad incontrare il mondo artistico che è quello che mi fa scoprire la scuola di Amici, questo universo parallelo che è quello della vita artistica che sicuramente ha dovuto farmi cambiare molte abitudini magari farmi cambiare anche delle relazioni, anche interrompere delle relazioni importanti che avevo nelle mani, che avevo costruito tempo addietro prima di entrare nella scuola. Questi sono i temi principali dell’album. Ovviamente abbiamo avuto il grande onore di fare quello che volevamo fare, non ci è stato imposto nessun brano. Ai giorni nostri con la grande crisi economica e quindi anche la grande crisi discografica che abbiamo oggi in Italia, avere la possibilità e il premio di poter fare quello che si vuole sicuramente è un grande onore, un grande risultato e di questo sono molto molto contento.”
Quali sono gli stili e generi musicali che hanno influenzato la tua formazione artistica e da cui trai maggiore ispirazione?
P: “Sicuramente io inizio il mio percorso musicale cavalcando un po’ quella che è la scena dell’underground pugliese, con la mia prima band i Noise, riarrangiando diciamo il repertorio dei miei grandi idoli ispiratori da Kurt Cobain dei Nirvana a Freddy Mercury dei Queen, ai Beatles, ai Muse, ai Coldplay, ai Led Zeppelin. Sono più o meno queste le atmosfere, gli ambienti musicali da cui ho tratto maggiormente ispirazione per creare, dare vita a quella contaminazione musicale che si avverte in ‘Universi Paralleli’. Da qui poi ho sviluppato quello che è il genere dell’album che è questo alternative rock o anche le power ballad come ‘Non andare via’ o ‘Sempre’ sono il frutto di questo ascolto, di questa musica non italiana che mi ha colpito fin da subito e quindi mi ha conquistato ed è molto presente nel mio stile compositivo musicale ma anche nel comporre i testi.”
Sei legato a qualche brano di ‘Universi Paralleli’ in particolare?
P: “Sono legato un po’ a tutti i brani perché fanno parte della mia vita, raccontano una parte di me, raccontano la voglia di esprimere un messaggio, un’idea di raccontare un’idea. Forse nell’album la canzone a cui sono più legato è ‘Sopra le nuvole’ perché parla dell’esperienza più recente che ho fatto nella mia vita e cioè quella di Amici; parla di quelli che sono stati gli ostacoli che ho dovuto superare, i metodi psicologici per affrontare e superare le difficoltà in quella scuola. Quindi forse ‘Sopra alle nuvole’ è quello che mi racconta di più rispetto agli altri e che indaga e scopre dei piccoli riflessi della mia parte più interiore, psicologica.”
Il primo video è quello dell’inedito ‘Madame Butterfly’, brano che parla di seduzione e ironia. Da cosa nasce l’idea del video?
P: “L’idea del video è partita con l’obiettivo di dare l’idea di una grande seduzione, di una disarmante bellezza come quella dell’attrice presente all’interno del video che in qualche modo mi seduce e quindi io pian piano mi fido e mi lascio trasportare da questa sua seduzione, dal suo corpo, dal suo linguaggio, dalle sue intenzioni abbastanza erotiche però con molta lentezza, infatti solo alla fine del video si vede noi due che ci baciamo. L’idea del bianco e nero nasce dall’idea di dare questa caratteristica vintage che è una connotazione artistica che si vede anche nel suono stesso, nel modo di arrangiare il brano si riconosce molto questa nota vintage e quindi l’abbiamo voluta anche esprimere da un punto di vista visivo usando un effetto in bianco e nero.”
Che progetti hai per l’immediato futuro?
P: “Per l’immediato futuro c’è la promozione dell’album in tutta Italia con un firmacopie. Ovviamente stiamo organizzando dei live nei club e nelle piazze, li stiamo preparando e quindi verso la metà dei mesi estivi incominceremo a girare un po’ l’Italia. Stiamo lavorando anche per altri inediti sin da subito, ci sono delle grosse proposte, progetti su cui dobbiamo lavorare e con la stessa pazienza, volontà, fame di successo per lavorare nel campo della musica e con molta umiltà continuiamo a lavorare per noi e per i nostri fan.
Ringraziamo Paolo per la gentile disponibilità
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Guarda il video di ‘Madama Butterfly’