Intervista ai Thomas: ‘Con ‘Fin’ vi vogliamo stupire’
Cube Magazine ha incontrato la band piemontese dei Thomas, alla presentazione del secondo disco 'Fin': ecco cosa ci hanno raccontato..
I Thomas, la band piemontese composta da Giordano Menegazzi (tastiere), Enrico Di Marzio (chitarra elettrica), Nicolò Gallo (basso), Sergio Sciammacca (batteria) e Massimiliano Zaccone (synth, voci e percussioni), lo scorso 24 novembre ha pubblicato il nuovo album che si intitola ‘Fin’. Per l’occasione abbiamo avuto modo di intervistarli. Ecco che cosa ci hanno detto.
CM: Ciao! Grazie mille per la disponibilità. Lo scorso novembre è uscito il vostro nuovo e secondo album ‘Fin’. Quali sono le caratteristiche principali di questo album e quale è il tema che si può trovare ascoltando i brani presenti in esso?
Thomas: “Ciao, grazie a te dell’ospitalità! Il tema del disco, probabilmente, è la musica. La sua principale caratteristica è di stupire, speriamo positivamente, ad ogni cambio brano, pur sviluppandosi in quanto album come un LP degli anni 70, con alcuni brani che vanno a disciogliersi nei successivi per un ascolto d’insieme”.
CM: Quali sono le differenze tra ‘Fin’ e ‘Mr. Thomas’ Travelogue Fantastic’, il vostro precedente album? E quali sono invece le caratteristiche comuni tra i due?
T: “‘Fin’ è un disco un po’ più ricercato rispetto a ‘Travelogue’, c’è stato un lavoro diverso sia nella stesura dei brani che nella registrazione e produzione degli stessi. Ci siamo presi il tempo necessario e ci siamo dati libertà compositiva, senza i limiti del pop. Ad accomunare i due dischi c’è sicuramente la nostra eccentricità compositiva, anche se questa volta crediamo di aver realizzato un prodotto più coeso rispetto al precedente”.
CM: Facciamo un tuffo nel passato. Ai vostri inizi la vostra caratteristica era quella di esibirvi in dei live basati sull’improvvisazione. Non è difficile fare improvvisazioni durante un concerto? E come facevate ad avere una connessione tra di voi durante queste esibizioni?
T: “La connessione che si crea tra musicisti che improvvisano e si muovono nelle stesse direzioni musicali senza nulla di preparato è una cosa magica, ed quello che sicuramente ha legato i Thomas come formazione. Se musicalmente ci conosciamo reciprocamente così bene è proprio grazie agli anni di live sgangherati”.
CM: Grazie al vostro primo album avete avuto un grande successo e di conseguenza avete fatto concerti in Italia e tour in Europa. Cosa vi portate da questa esperienza? Quali sono le città che in particolare vi sono rimaste nel cuore?
T: “Eh, magari! Una delle basi creative del disco è stata proprio la delusione commerciale di ‘Travelogue’, un disco nel quale credevamo moltissimo e che, a parte le ottime recensioni ricevute, non ci ha dato la visibilità che speravamo. Abbiamo suonato in mezza Italia, e abbiamo constatato una realtà di locali semivuoti, a dimostrazione del disinteresse generale verso la musica dal vivo. Non abbiamo fatto un tour europeo, purtroppo, ma una data in Olanda, in un festival a Den Haag, ed è stata una figata pazzesca!”
CM: Ci sono delle città nelle quali sognate di suonare un giorno?
T: “Ci piacerebbe girare l’Europa, le capitali. Poi ovvio, se uno deve sognare, sogna New York”.
CM: Torniamo a ‘Fin’. Che cosa vi ha inspirato per la produzione di questo album?
T: “Come accennavo prima, nasce un po’ dalla delusione per l’insuccesso del disco precedente e un (bel) po’ dal fatto che ci piace scrivere canzoni. Siamo partiti da due brani che poi, tra l’altro, sul disco non ci sono finiti…”
CM: Quale è la vostra traccia preferita di ‘Fin’?
T: “Qui posso risponderti solo a nome mio, e comunque non riesco a dirtene una sola. Direi, in basi ai momenti, ‘Tether’, ‘April Fool’ e ‘Masturbation'”.
CM: Tra i vostri pezzi, quali sono quelli che preferite esibire durante un concerto?
T: “Se il pubblico è ricettivo e ballerino ci divertiamo come dei pazzi nelle situazioni più danzerecce, quindi brani come ‘Lowland Boletus’, ‘Hey!’ e ‘You Turn Me Up’, della quale nel disco appare solo la parte “jazzy” ma che ha una parte live ballabilissima”.
CM: Ultima domanda, ma non meno importante. Quali sono i vostri prossimi obiettivi? C’è qualcosa in particolare che vi siete prefissati di realizzare?
T: “Vorremmo raggiungere palchi e pubblici più grandi, in Italia e all’estero, e speriamo che il secondo disco ci aiuti a farlo”.
Un grande “In Bocca al lupo” ai Thomas ed un ringraziamento a Roberta Ruggiero per la disponibilità.