Intervista ad Alice Mondìa: una voce soul, pronta a conquistare l’Italia con ‘Plaster’
In occasione dell'uscita del suo nuovo singolo 'Spigoli D'Amore', abbiamo incontrato la cantante svizzera Alice Mondìa, che ci ha raccontato alcuni aneddoti sul suo nuovo album 'Plaster'.
Alice Mondìa è una giovane e biondissima cantante svizzera che ha recentemente lanciato nel mercato discografico l’EP ‘Plaster’, un mix di canzoni dall’anima pop-rock, cantate sia in italiano che in inglese, che è uscito lo scorso 6 Dicembre. La produzione masterizzazione è stata affidata a Matt Howe, che ha lavorato con lei presso i Pinewoods Studios di Londra. La pubblicazione dell’EP è stata anticipata dall’uscita del singolo ‘Run’, seguita – recentemente – da ‘Spigoli D’Amore’, del quale è disponibile anche il videoclip.
Abbiamo avuto occasione di incontrare la giovane e promettente cantante, alla quale abbiamo fatto qualche domanda su questa sua esperienza artistica..
CM: Ciao Alice, innanzitutto complimenti per il tuo progetto molto valido. Hai scelto di intitolare questo EP ‘Plaster’, letteralmente “gesso”. Ci spieghi il motivo di questa scelta?
Alice Mondìa: “L’idea di utilizzare il gesso come metafora musicale e come materiale artistico per le parti grafiche del progetto ci è venuta tra la creazione di un brano e l’altro. Ero molto affascinata da questo materiale molto scenografico. Il gesso inteso da noi è quello usato dagli artisti per fare i modelli e le sagome in qui poi verranno fusi altri materiali per ottenere opere d’arte. Mi piace pensare che noi costruiamo attraverso note e parole la nostra opera”.
CM: L’Ep è composto da 7 tracce, tra cui ce ne sono tre in italiano. Come mai la scelta di inserire anche delle canzoni nella nostra lingua, nonostante il tono del disco sia – come dire – molto internazionale?
AM: “Prima ancora di scrivere ‘Scacco’ avevamo deciso di avvicinarci al mondo musicale e al pubblico italiano, e volevo cimentarmi in questa cultura musicale così differente dalla mia e così bella dal punto di vista melodico e sentimentale. È stata una bellissima e interessante sfida, tanto che non ho più voluto rinunciare né alla musica in inglese arrangiata un po’ più rock, né a quella italiana dalle melodie coinvolgenti, anche in ‘Plaster’. Non credo che alcun discografico avrebbe approvato questa scelta stilistica, ma lavorando da artista indipendente ho potuto azzardare e avere la libertà di essere me stessa, con questi due mondi spostati in un solo album”.
CM: A proposito di canzoni in lingua italiana, il tuo ultimo singolo ‘Spigoli d’Amore’ è proprio in italiano. Come mai la scelta è ricaduta su questo pezzo?
AM: “Me ne sono innamorata a primo ascolto. Inizialmente non sapevo chi l’avesse scritta ma ho voluto assolutamente cantare quel brano. Lo sentivo molto mio, nelle parole, nel modo di esprimere i sentimenti. La cosa incredibile è stata scoprire che è stata scritta proprio Nicco Verrienti, autore dei brani di Annalisa ed Emma, due artiste di cui ho apprezzato moltissimo i brani. È stata una bellissima esperienza poter lavorare a Roma con questo incredibile autore. L’ho vissuta come un vero e proprio regalo”.
CM: C’è un pezzo del disco a cui sei particolarmente legata? Ce ne vuoi parlare?
AM: “Sono molto legata ad ognuno di essi in modo diverso. ‘Plaster’, che prende il nome dal titolo dell’album è una canzone di cui ho scritto personalmente il testo trattando argomenti e riflessioni molto intime che qualche anno fa non avrei mai condiviso con nessuno. ‘Run’ è il mio orgoglio, è stata colonna sonora della Corsa dei Santi e di altre manifestazioni sportive, e di cui i proventi verranno interamente devoluti alla Fondazione Don Bosco nel Mondo per ‘Un aiuto ai confini del mondo’, un progetto a cui mi sono molto affezionata, e per altri progetti missionari in angoli dimenticati dal mondo”.
CM: Registrare ai Pinewoods Studios di Londra deve essere stata un’esperienza davvero entusiasmante. Ci vuoi raccontare qualche aneddoto?
AM: “A Londra abbiamo potuto realizzare il master dell’album con Matt Howe, un’incredibile genio del suono ed anche una bellissima persona. Abbiamo passato qualche giorno con lui a Londra e per masterizzare i vari brani ha utilizzato anche il bancone analogico originale appartenuto ai Led Zeppelin. Speriamo porti fortuna! La cosa simpatica è che si pensa a Londra in quel periodo come una città molto piovosa e in cui di certo non si assaggiano le prelibatezze italiane; noi abbiamo trovato delle giornate soleggiate e abbiamo trovato un ristorante veramente ottimo. Italiano naturalmente!”
CM: Il tuo timbro vocale, energico ma dalle sfumature soul, viene spesso associato a quello di Anastacia. Come vivi questa “comparazione”? La vedi come un complimento o, passami il termine, come una “limitazione”?
AM: “Personalmente sono sempre molto onorata quando mi viene fatto questo paragone, per me Anastacia non solo è una meravigliosa artista ma anche una grande donna. In lei ho trovato un esempio e anche un rifugio quando inizialmente la mia voce sembrava così particolare, quasi troppo. Per me lei è stata storia, non potrei mai vivere come un limite questo paragone”.
CM: Quali sono gli artisti che hanno maggiormente influenzato il tuo percorso artistico?
AM: “Per moltissimi artisti questa è una domanda molto semplice, ma personalmente mi trovo sempre a pensare molto, perché ho veramente ascoltato moltissimi artisti, moltissimi generi musicali e di anni diversi. Potrei citare i The Beatles, Whitney Houston, Anastacia, ma anche gruppi come i Linkin Park e Fall Out Boy o ultimamente, che trovo estremamente brava Emeli Sandé”.
CM: E per concludere, volevamo avere qualche anticipazione circa i tuoi progetti futuri, avremo modo di sentirti dal vivo in Italia?
AM: “Prestissimo verrà fatta la presentazione di ‘Plaster’ tramite uno showcase e da li spero di potervi dare questa bella notizia di live e tour. Non vedo l’ora di poter tornare a cantare ad un pubblico. L’Italia è senz’altro uno dei Paesi più belli dove un’artista può esibirsi”.
Ringraziamo Alice Mondìa e Tatiana Corvaglia di Parole & Dintorni per la disponibilità.