Intervista a Carlo Zannetti, autore del libro Il paradiso di Levon
In occasione dell'uscita del suo primo libro Il Paradiso di Levon, ecco l'intervista a Carlo Zannetti che ci ha parlato della sua opera ma anche della sua vita artistica.
Il paradiso di Levon è il primo libro del musicista e cantante bolognese Carlo Zannetti uscito lo scorso 15 maggio per le Edizioni Anordest.
L’opera ripercorre le avventure dello eccentrico protagonista Levon, in onore di Levon Helm, batterista dello storico gruppo rock canadese The Band e grande amante degli animali. In occasione della promozione del libro Il paradiso di Levon, Cube Magazine ha avuto l’occasione di intervistare Carlo Zannetti che ci ha parlato del suo primo libro ma anche della sua vita artistica.
Carlo, sei nel mondo dell’arte da diverso tempo, ma ti conosciamo soprattutto come musicista, cantante e autore di testi. Sappiamo che ormai dal 1995 hai raggiunto una maturità artistica tale che ti ha permesso una bella carriera professionale nel mondo musicale. D’altronde hai al tuo attivo più di 1200 concerti e collaborazione con grandissimi artisti. Ma chi è veramente Carlo Zannetti e quali sono i tuoi sogni per il futuro?
Sono una persona molto sensibile e modesta, ho dovuto superare molti “malanni” diciamo così , dovuti principalmente alla mia natura un pò fuori dal normale…. Ho sempre trovato molto sollievo suonando, tuffandomi in quelle sensazioni che solo la musica ti può dare. Devo dire che nell’ambiente artistico ho trovato parecchie persone molto simili a me con le quali ho avuto dei rapporti di amicizia e di lavoro molto positivi. I miei sogni per il futuro sono legati alla consapevolezza che noi possiamo decidere ben poco, nella vita ci sono delle casualità misteriose che ci conducono dove vogliono loro. L’importante è essere sempre pronti!
Il 15 maggio scorso hai pubblicato con l’editore Anordest, il tuo primo libro Il paradiso di Levon. Come mai hai deciso di affrontare l’esperienza dello scrittore?
Ho deciso di scrivere un libro dopo avere letto molto, soprattutto la storia di alcuni gruppi musicali e artisti in genere. Mi sono sempre interessato alle parole, ho scritto alcuni testi di canzoni e poesie fin da piccolo. Poi un bel giorno mi sono posto la domanda: “In tutto questo correre e suonare quali sono le cose per cui vale veramente la pena di vivere? ”. Così ho cominciato a scrivere il libro parlando dei cani, della natura, degli amici, della musica e dell’amore.
Il protagonista del tuo libro si chiama Levon. Si tratta di Levon Helm, il batterista dello storico gruppo rock canadese The Band? Perché hai scelto di parlare di lui?
Ho scelto di onorare il suo ricordo chiamando Levon il protagonista del mio libro, in realtà non parlo di lui anche se sono convinto che si riconoscerebbe in molti punti. Levon Helm è stato un grande della musica, mi ha sempre affascinato. Un talentuoso musicista polistrumentista e soprattutto un cantante favoloso.
Il vecchio musicista, nel tuo libro, ripercorre la sua vita singolare, colma di esperienze e suggestioni. Ma poi Levon, vecchio e stanco in un letto di ospedale, arriva a fantasticare su quanto lo attende dopo la morte e a descrivere minuziosamente il paradiso così come lo immagina. Perchè hai scelto di entrare così a fondo nell’animo del tuo protagonista?
Il libro è in buona parte autobiografico. Mi sono concentrato molto per trovare la giusta ispirazione che mi permettesse di capire cosa può rimanere nella testa di una persona che sta per morire. Così alla fine ho pensato al valore di certe amicizie profonde, al vero amore dei cani, alla salvezza della musica che riesce con la sua magia a portarti via dal mondo, alle belle frasi di Jim Morrison, all’amore per una moglie che ti spinge ogni giorno a migliorarti.
Tu, bolognese d’origine e padovano d’adozione, recentemente hai scelto di vivere in Francia a Nizza. Perché? Non ti sei trovato bene in Italia?
Mi sono innamorato della luce di Nizza, è un luogo meraviglioso. Sono li solitamente per lavoro perché in Italia non c’è tanto da suonare in questo momento. Nel periodo da marzo a ottobre ci sono molte possibilità in alcuni club dove si suona musica dal vivo. Collaboro con alcuni musicisti francesi e abbiamo parecchie occasioni, si riesce anche a girare la Francia del sud in lungo e in largo.
Suoni spesso all’estero. Quali sono le mete artistiche che più ami?
Parigi forever!!! Ci sono alcuni locali a Parigi meravigliosi dove ho avuto l’onore di suonare la canzoni dei Beatles e quelle italiane classiche. Però il massimo di emozione l’ho raggiunto lo scorso inverno quando ho suonato su un enorme barcone che navigava nella Senna a Parigi. Era un matrimonio di ricchi indiani. Suonavo e vedevo Notre-Dame dal fiume, i ponti e una Parigi meravigliosa ed inconsueta.
Insieme al pittore italo-americano Andrea Nicholas Vendramin hai fondato il movimento Art Factory, arti collegate tra di loro dalla musica con performances ed esibizioni proposte in sintonia artistica. Ci accenni a questa tua esperienza artistica?
Sono passati tanti anni ma mi ricordo come fosse ieri il suo sguardo illuminato dai fari sul palcoscenico. Andrea è un grande artista, un pittore bravissimo. Quando ci guardavamo capivamo subito dove dovevamo arrivare. Così abbiamo cominciato a esibirci insieme. Lui dipingeva su delle tele enormi grandi anche come una parete e io suonavo e cantavo accompagnato dal pianoforte o chitarra. Poi arrivavano scultori, poeti, altri cantanti. L’improvvisazione più pura. Poi Andrea è tornato in U.S.A e sono rimasti solo alcuni filmati che sono stati proiettati in tutto il mondo in quelle manifestazioni di video artistici di arte moderna.
Tornando al tuo libro, il lettore cosa si deve aspettare dalla lettura della tua opera?
E’ semplicemente un libro scritto con il cuore da leggere con il cuore.
Grazie Carlo di averci concesso di far parte del tuo mondo. Aspettiamo che tu ci conduca con te in nuove avventure attraverso il tuo caleidoscopio artistico. Come vuoi chiudere questa breve intervista? Anzi: qual è l’ultima domanda che vorresti che ti facessi? E quale è la tua risposta?
Mi sono innamorato della frase con la quale hai concluso l’intervista: “Grazie Carlo di averci concesso di far parte del tuo mondo. Aspettiamo che tu ci conduca con te in nuove avventure attraverso il tuo caleidoscopio artistico.” E’ bellissima complimenti! Qual è il tuo mondo? Il mio mondo è fatto di cose che gli altri non vedono. Il fatto di vedere quello che gli altri non vedono è molto emozionante e affascinante . Il fatto di vedere quello che gli altri non vedono ti costringe però a vivere una vita molto difficile. E’ una bilancia in continuo movimento… Grazie a te Monica.