Veloce Come Il Vento: trama e recensione del film con Stefano Accorsi
Grande successo per il nuovo film Veloce Come Il Vento di Matteo Rovere con Stefano Accorsi. Leggi trama e recensione
Veloce Come Il Vento è il nuovo film di Matteo Rovere ispirato ad una storia vera con protagonisti Stefano Accorsi e Matilda De Angelis. Da poco uscito nei cinema italiani, ha conquistato il mercato internazionale e sarà presto nelle sale di oltre 40 Paesi in tutto il mondo: dall’Argentina al Giappone, in Australia e Nuova Zelanda, in tutto il Sud America, Corea del Sud, Taiwan, in Medio Oriente e in Europa. SCOPRI LE ALTRE USCITE NELLE SALE DEL MESE
Veloce Come Il Vento: trama del film
Giulia De Martino (Matilda De Angelis) è una giovane ragazza nata in una famiglia che da sempre è protagonista delle corse automobilistiche e che ha visto tra i suoi membri molti campioni dei ciruiti. Vive in un casolare di campagna col padre e il fratellino Nico. La madre li ha lasciati (tante volte) ed il fratello grande, Loris, un campione di gare di rally, si allontanò anni prima ed ora è un “drogato di merda”. Anche Giulia come tutti in famiglia ha la passione per i motori ed infatti è un pilota, un talento eccezionale che a soli diciassette anni partecipa al Campionato GT, sotto la guida del padre Mario.
Purtroppo, però, perde il padre, così la giovane pilota si trova a dover affrontare da sola la pista e i problemi quotidiani, uno sfratto, il fratello piccolo disperato e la comparsa del fratello grande che desidera solo recuperare la sua parte di eredità. È proprio nel momento meno adatto per la ragazza che piomba nella sua vita il fratello Loris. È un ex pilota ma è un uomo complicato, egoista ed inaffidabile, con l’unico pregio di avere uno straordinario sesto senso per la guida. I due fratelli saranno obbligati a lavorare insieme, in un susseguirsi di adrenalina ed emozioni che però renderanno evidente quanto sia difficile e importante provare ad essere una famiglia.
Veloce Come Il Vento: recensione del film
Matilda de Angelis è al suo debutto cinematografico eppure è perfetta nella interpretazione della giovane pilota diciasettenne. La sua è una recitazione sobria, ma molto intensa come intensi sono gli sguardi che riesce a lanciare da dietro la visiera del suo casco prima delle corse. Bravo anche il ragazzino che interpreta il fratello piccolo Nico, ma tra tutti svetta l’interpretazione di Stefano Accorsi che riesce perfettamente a caratterizzare il suo personaggio mostrando il perdente spaccone che pian piano riesce a risalire un crinale scosceso acquistando man mano dignità e carisma, trasformandosi in un uomo che tanto ha sbagliato ma che riesce a raggiungere un equilibrio che sa di eroica e gloriosa conquista.
Degne di nota in particolare le riprese delle corse perchè coinvolgono lo spettatore senza cadere nel rischio di catapultarlo in una serie di immagini irreali con effetti speciali quasi da videogioco. Le riprese sono invece naturali, semplici ma estremamente suggestive e realistiche; un vero piccolo capolavoro nel girato della pellicola.
Ma ancora di più di queste qualità strettamente cinematografiche, ci piace segnalare 2 importanti messaggi che trasudano dai fotogrammi del film di Rovere: il primo emerge forte e chiaro dal personaggio di Loris (merito anche della grande interpretazione di Accorsi) che mostra ai giovani di oggi un quarantenne che a 20 anni si è bruciato da solo, che ha distrutto l’automobile con cui correva quando era nel pieno del vigore verso la realizzazione dei suoi sogni, che si è abbandonato alla facile consolazione della fuga dalla realtà delle droghe, ma che è riuscito a risalire la china. Dunque questo è il messaggio: è possibile riparare ciò che abbiamo rotto e ciascuno di noi, per quanto si sia o sia stato ridotto a pezzi, può ricostruirsi da solo scoprendo la grande forza e la volontà di rinascita che nell’animo di ogni uomo.
L’altro messaggio più sottile da cogliere, ma estremamente rilevante, è l’immagine di una figura femminile diversa (finalmente!) da quella che sempre appare in tutti i circuiti di corse e veicolata dai media: le ragazze non sono solo splendide farfalle che rallegrano coi lori sorrisi i piloti o sorreggono gli ombrellini quando piove, ma sono una forza della natura, donne che possono eguagliare in coraggio e tenacia l’uomo… in grado di sfiorare i cordoli di un circuito ai 300 km all’ora… e continuare a pigiare sull’acceleratore.