Intervista a Gianni Fantoni che presenta a teatro ‘Risate Sotto Le Bombe’
Gianni Fantoni presenta ad Asti il suo nuovo spettacolo 'Risate Sotto Le Bombe', con le sorelle Mainetti;
Gianni Fantoni, classe 1967 è un comico di vecchia data. Erano gli anno ’90 quando divenne ospite fisso del Maurizio Costanzo Show. In questa trasmissione non proferiva parola, con la sola espressività del suo volto imitava gli oggetti più disparati, suscitando una grande ilarità. A distanza di 25 anni lo ritroviamo sul palco teatrale per uno spettacolo in cui è impegnato sia nella scrittura dei testi sia nella recitazione. In ‘Risate sotto le bombe‘ ha portato sul palcoscenico una comicità genuina e dal gusto antico. Proprio in occasione della sua esibizione al Teatro Alfieri di Asti l’abbiamo voluto intervistare.
Cube Magazine: Gianni, come è nato questo spettacolo che dopo un anno e innumerevoli repliche è pronto ad affrontare una seconda stagione a partire dal prossimo autunno?
Gianni Fantoni: «L’idea è venuta da Giorgio Bozzo che ha pensato di inventare una commedia ambientata nel 1943, coinvolgendo me e le sorelle Marinetti. Di fatto sono stati inseriti personaggi reali che già vivevano di luce propria, che vanno ad ampliare un contesto temporale ben definito. E’ una commedia che definirei asincrona e anacronistica. E’ uno spettacolo molto diverso da quello che si vede oggi a teatro, con questo tipo di linguaggio, di musica e di costumi. Ma è anche cronistico perché racconta di fatti realmente accaduti nel ’43. Per dirla tutta che questo non è un semplice spettacolo ambientato in quegli anni, ma è uno spettacolo di quegli anni. C’è stata una ricerca spasmodica sui contenuti, per essere il più vicino possibile a quegli anni dolorosi».
CM: Come è avvenuto l’incontro tra Fantoni e le Sorelle Marinetti?
GF: «Facilissimo è stata sufficiente una telefonata di Giorgio Bozzo che mi ha proposto la parte ed io ho risposto presente. Tutto qui».
CM: In questo spettacolo oltre ad essere un comico, ti sei rivelato un cantante…
GF: «Non è la prima volta che mi cimento nel canto. In realtà nel recente passato sono stato protagonista di due spettacoli (“Il vizietto” che in “Full Monthy” ndr) in cui mi cimentavo in questa arte, per cui per me non è una sorpresa, come non lo è per il pubblico che mi segue. Poi ho sempre cantato, anche se mai ufficialmente, nel corso di eventi live. Forse solo in televisione non ho rivelato le mie doti. A me fa sempre molto piacere mostrare questo aspetto musicale e credo che i risultati siano buoni, visto che il pubblico non corre via con i tappi nelle orecchie».
A proposito di televisione è da qualche tempo che manchi nel piccolo schermo, ma voci dicono che presto sarai della scuderia di Antonio Ricci, in Giass…
«Sì ho registrato un paio di puntate della trasmissione, che andranno presto in onda».
CM: E’ arrivato il momento di fare un salto indietro nel passato. Ai tuoi inizi, quando ti esibivi senza parlare, quasi fossi un mimo…
CF: «Non era un mimo vero e proprio. Io imitavo gli oggetti con la mia faccia. Una vera e propria stupidaggine che mi divertiva a tal punto, che alla fine avevo contagiato anche gli altri. Tra tutti Maurizio Costanzo. Allora il suo show era il sancta sanctorum per qualsiasi comico italiano e quindi fu un momento di lancio supersonico. In un momento mi sono ritrovato a fare il Tg delle Vacanze nella fascia serale di Striscia la Notizia, imitando tutte le sere per tre mesi di fila gli oggetti. Da lì in poi è stato molto veloce. Avevo 24 ed ero molto giovane»
CM: Quanto ti ha condizionato questo personaggio così caratterizzante?
GF: «Non è stato difficile scollarmi da quel personaggio. Sono evaso quasi subito. Sebbene nel 1991 mi avesse regalato grande notorietà, nel ’92 l’avevo già accantonato. E’ stato un gesto forse incosciente e probabilmente avrei potuto fare molti più soldi se solo avessi continuato. Ma il mio desiderio era quello di dimostrare che non ero solo quello, tanto e vero che alla fine, abbandonai completamente il mio aspetto fisico, per diventare protagonista in radio. Alla fine ho unito i due mondi e sono diventato normale».
CM: La tua comicità è caratterizzata da dialoghi mai urlati e privi di parolacce. Come è possibile oggi far ridere la gente, senza per forza utilizzare il turpiloquio?
GF: «Ho fatta mia una frase di uno dei fratelli Marx, Groucio. Lui diceva: “Chiunque può far ridere con una parolaccia, per farlo senza è necessario avere un comico. Ecco questa è la sfida che ho voluto darmi. In tutte le mie performance, televisive, radiofoniche e teatrali non ho quasi mai usato un linguaggio scurrile, se non qualche volta nel cabaret. Non è una semplice sfida, ma uno stile che mi appartiene e che voglio perseguire fino al fondo. La comicità di adesso non mi convince fino in fondo. Vedo e sento cose che davvero non capisco. L’altra sera in televisione c’erano due tipi che stavano guardando un panino lievitare in un forno. La cosa è quanto meno strana e mi chiedo davvero dove stiamo andando a finire».
CM: Non sai dove sta andando la televisione, ma dove sta andando Gianni Fantoni. Sei comico, attore, scrittore, cantante, intrattenitore radiofonico. Quale sarà il tuo prossimo obiettivo?
GF: «Sto preparando una cosa rivoluzionaria, tanto per non farmi mancare nulla. Si dovrebbe vedere tra un mesetto in televisione. Riguarderà la telefonia mobile e sarà un nuovo modo di intrattenere, fatto per la prima volta nel mondo a questo modo. Quando sarà il momento ne parleremo in modo più dettagliato, ma non manca molto, basta aspettare. Chi mi segue sui social network o sul mio sito www.giannifantoni.com, sarà informato tempestivamente».