Intervista a Lorenzo Materazzo, il pianista che fonde la Classica con l’Elettronica
Cube Magazine oggi si occupa del pianista Lorenzo Materazzo, che presenta il suo nuovo album ‘Nowhere’, in cui la musica classica si fonde agli elementi elettronici.
Cube Magazine oggi si occupa del pianista Lorenzo Materazzo, che presenta il suo nuovo album ‘Nowhere’, in cui la musica classica si fonde agli elementi elettronici. Una sorta di tradizione che incontra la modernità, di cui Lorenzo si fa promotore in Italia. Dopo l’esperienza con gli Ex.Wave, duo fondato con il violinista Luca D’Alberto con i quali ha pubblicato due album, Lorenzo decide di intraprendere la strada solista e – complice anche la sua passione per l’informatica – crea questo insolito mix che lo porta alla realizzazione di ‘Nowhere’, uscito lo scorso 12 Novembre.
CM: Ciao Lorenzo, innanzitutto complimenti per il tuo nuovo progetto artistico che hai scelto di intitolare ‘Nowhere’ (letteralmente “in nessun posto”). Perché questa scelta?
Lorenzo Materazzo: “Ho scelto ‘Nowhere’, che significa “in nessun luogo”, come titolo dell’album perché è proprio li che si trova la mia musica, in nessun luogo: nasce e resta nella mente, in un momento di crisi dell’arte che rispecchia quello che stiamo vivendo negli ultimi anni”.
CM: Prima di ‘Nowhere’, hai sempre lavorato in coppia, con il violinista Luca D’Alberto, negli Ex.Wave. Quali sono stati i principali vantaggi o difficoltà che hai incontrato lavorando in maniera del tutto autonoma?
LM: “Lavorare da solo è stata una grande svolta professionale che ha portato solo vantaggi: dal tempo, che ho potuto impiegare in maniera ottimale fino a raggiungere il risultato desiderato, alla grande prova che ho affrontato trasformandomi in polistrumentista e incidendo ogni traccia del disco. Un’esperienza difficile, ma sicuramente molto appagante”.
CM: Nel disco, ricco di contaminazioni, compaiono alcune tracce – come per esempio ‘Reverse’ – che sono del tutto commerciali, con un’impronta che strizza l’occhio alla dance. Dal tuo punto di vista, che hai una formazione classica, pensi che i puristi possano in qualche modo “storcere il naso”?
LM: “Nessun problema con i puristi, in quanto in un certo senso lo sono anch’io: suono e insegno musica classica. In realtà i brani che sembrano più commerciali, come ‘Reverse’ o ‘Life is a fiction’, sono quelli che mi hanno dato la possibilità di sperimentare di più, poiché l’elettronica si presta maggiormente alla ricerca sonora”.
CM: ‘Nowhere’ è uscito due mesi fa. Come ha reagito il tuo pubblico?
LM: “Il disco è piaciuto molto al pubblico, mi arrivano pareri molto entusiastici da fruitori musicali di tutte le età e questo mi fa immensamente piacere”.
CM: Molti vedono la musica elettronica come un insulto a quella “suonata”. Tu che hai saputo fondere le due cose, e di musica te ne intendi (n.d.r. Lorenzo insegna informatica musicale al Conservatorio di Teramo) cosa risponderesti a questa affermazione?
LM: “Risponderei che questa musica si può benissimo “suonare”, sono diversi solo gli strumenti della produzione sonora…”
CM: Quali artisti, sia classici che – se così li possiamo definire – moderni, hanno maggiormente influenzato il tuo percorso artistico ed ancora di più la composizione di ‘Nowhere’?
LM: “Nella classica non so fare distinzione tra i Grandi, anche se posso affermare di provare un gusto particolare nello studio di Bach. Tra le band di oggi sicuramente i Radiohead che ho seguito e ascoltato dal vivo fin dagli inizi, quando in italia non li conosceva nessuno”.
CM: Sebbene tu sia molto giovane, il tuo percorso artistico è già ricco di importanti esperienze. Ce n’è una che ricordi con particolare emozione?
LM: “Ricordo quando al Mozarteum di Salisburgo ho studiato con il grande Alfons Kontarsky: ero giovanissimo e non parlavo bene inglese, ma in quella situazione capii che la musica è davvero un linguaggio universale!”
CM: Oltre che un ottimo musicista sei anche un apprezzato insegnante. Qual è il messaggio più importante che vuoi comunicare ai tuoi alunni?
LM: “Quello che cerco di comunicare ogni giorno è che ciò che distingue un bravo musicista, oltre ovviamente alla “tecnica” e alla cultura musicale, è la capacità di emozionarsi, di fare le cose con passione, solo così sarà possibile emozionare anche il pubblico”.
CM: Cosa ti riserverà il 2014? Hai in programma delle esibizioni?
LM: “Sono già al lavoro su diversi progetti (uno riguarda musica e cinema), ma una delle cose che più mi interessa per il prossimo futuro è trasformare il mio Studio Pianistico di Teramo in un’Accademia di musica di alto livello, un polo di eccellenza nella mia città”.
Un ringraziamento a Lorenzo Materazzo per la disponibilità e a Martina Roncoroni di Parole & Dintorni.