Lo Sponz Fest di Vinicio Capossela si chiude con numeri da record
Si chiude la tre giorni di musica e cultura a Calitri, il Festival Sponz Fest, organizzato e curato da Vinicio Capossela.
200 artisti, 100 volontari al lavoro, sold out della ospitalità diffusa a Calitri e nei paesi circostanti, 350 lenzuola dipinte ed appese lungo le strade del paese, 5 quintali di “cannazze”, 200 forme di pane, più di mille “vraciole” servite agli stand gastronomici matrimoniali del primo festival dello sposalizio ideato e diretto da Vinicio Capossela. Sono da record i numeri di questa prova generale dello Sponz Fest che si è rivelata un riuscitissimo numero zero.
Incredibile il flusso turistico e le presenze nel paese altirpino: sono arrivati in 15mila solo per il concerto finale di Vinicio Capossela con la Banda della Posta, per un totale di 25mila presenze per i tre giorni. Più di tre ore di concerto con ospiti illustri sul palco e poi tutti nel centro storico per compiere un piccolo viaggio nel mondo e nei generi musicali del mediterraneo. Si è ballato fino alle cinque del mattino nei vicoli e negli slarghi del centro antico di Calitri dove si sono esibiti più di venti gruppi musicali disseminati lungo il percorso segnato dalle lenzuola. Forte impatto emotivo e grande suggestione scenografica per il progetto di Mariangela Capossela che ha coinvolto le donne del paese con un action painting collettivo in cui sono stati dipinte più di 350 lenzuola poi esposte nei vicoli del centro storico.
Un successo che supera le aspettative della organizzazione che ha realizzato un progetto di grandissimo successo. Affollate le proiezioni dei documentari a cura di Archivio Cinema del reale presentate dal regista Paola Pisanelli e dalla documentarista e cineasta Cecilia Mangini, seguitissimi siminari antropologici sulle ritualità del matrimonio a cura dell’etnomusicologo Giovanni Vacca, dello storico delle religioni Erberto Petoia e dell’antropologo Claudio Corvino. Successo anche per i laboratori di cucina e per i dibattiti e le rappresentazioni delle fasi del matrimonio di un tempo curate dalla associazioni locali: veri spaccati di vita passata rappresentati con dovizia di particolari e interpretazione attoriale senza perdere autenticità.
Tradizione, ricordi, con punte di nostalgia esorcizzata dalla musica e dal ballo. Piazzette improvvisamente animate dalla mazurka clandestina, o dalle danze evocate da David Riondino, ma anche quadriglie da record con un cerchio di coppie da 5mila persone a riempire la piazza davanti alla Casa dell’Eca, per finire alle polke della Banda della Posta e la tradizionale macchietta napoletana di Roberto Luna e la posteggia dei Posteggiatori Tristi.
Lo sponz chiude in bellezza, quindi, e dà appuntamento all’anno prossimo con una edizione che riuscirà a superare il risultato di questa appena conclusa.