L’infanzia di un capo al cinema con Robert Pattinson: trama e recensione
Il film L'infanzia di un capo con Robert Pattinson esce al cinema il 29 giugno 2017. Scopri trama, la nostra recensione e trailer
L’infanzia di un capo esce nei cinema italiani giovedì 29 giugno 2017. Il film è diretto da Brady Corbet ed interpretato da Robert Pattinson, Stacy Martin, Bérénice Bejo, Liam Cunningham, Sophie Curtis. La storia è liberamente tratta da un racconto di Jean-Paul Sartre e racconta la vita del piccolo Prescott in una villa vicino a Parigi. Il film è stato premiato al Festival di Venezia. Di seguito ecco la trama, la nostra recensione ed il trailer.
L’infanzia di un capo: trama
Il giovane Prescott (Tom Sweet), americano, vive un periodo della sua vita in una grande casa fuori Parigi, dov’è alloggiato con i suoi genitori. Il padre (Liam Cunningham) è consigliere del presidente americano Wilson, e lavora alle trattative per definire il famigerato trattato di Versailles alla fine della prima guerra mondiale. Insieme al bambino ci sono la madre (Bérénice Bejo), una donna inquieta che sfoga l’insoddisfazione nella devozione religiosa, la dolce governante (Yolande Moreau) e la fragile insegnante di francese (Stacy Martin). La formazione del carattere di Prescott è segnata da una precoce tensione intellettuale e da frequenti scatti d’ira. È un bambino dal volto perfetto, dai tratti gentili e dolci quasi femminili, ma in lui si può scatenare all’improvviso la collera più violenta.
L’infanzia di un capo: recensione
Brady Corbet ha girato L’infanzia di un capo a 25 anni ed il suo esordio dietro la macchina da presa ha dato alla luce ad un film sorprendente, dove si scorge l’ispirazione agli autori con cui Corbet ha lavorato come attore, ma dove emerge chiara una personalità precisa e seduttiva, che mostra una maturità artistica non comune in relazione alla giovane età del regista e al fatto che si tratta della sua prima esperienza di regia. La storia è una palese ma delicata simbologia di uno degli eventi più importanti del secolo scorso: l’avvento del Fascismo. Il protagonista, Prescott, concentra in sé l’inesorabile nichilismo che sarà il focolaio delle tirannie del Ventesimo Secolo. Corbet mantiene una direzione lineare e magnetica, dove le parole sono usate con la giusta parsimonia, dove le lunghe riprese a camera fissa si altrenano ad altrettanto lunghi ed eleganti piani sequenza. Grandi prestazioni di tutti gli attori del cast. Insomma un film da non perdere.